Canton Ticino - 02 giugno 2021, 09:00

Cinque “Si” o “No” che possono cambiare la Svizzera

Le domande che domenica 13 giugno compariranno sulle schede elettorali e le indicazioni di voto delle parti contrapposte

Cinque “Si” o “No” che possono cambiare la Svizzera

Iniziativa popolare per acqua potabile pulita e cibo sano

“Volete accettare l’iniziativa popolare ‘Acqua potabile pulita e cibo sano – No alle sovvenzioni per l’impiego di pesticidi e l’uso profilattico di antibiotici’?”. Sarà questa la domanda che figura sulla scheda del primo dei 5 referendum per i quali la Svizzera sarà chiamata al voto il 13 giugno prossimo.

Per il Consiglio federale e il Parlamento – che invitano a votare NO - l’iniziativa pone esigenze eccessive. Se venisse accettata, molte aziende agricole produrrebbero una quantità minore di generi alimentari, per cui sarebbe necessario aumentarne le importazioni. In tal modo il carico inquinante sarebbe trasferito all’estero. Il Parlamento si sta del resto già occupando di attuare la richiesta principale dell’iniziativa.

Secondo il comitato promotore – che ovviamente invita a votare SI - l’attuale politica agricola viola il diritto di disporre di acqua potabile pulita, compromesso dal massiccio impiego di pesticidi, dall’uso smisurato di antibiotici e dallo spargimento eccessivo di liquame sui campi. Per ovviare a questi danni ambientali e a questi rischi per la salute, finanziati con il denaro dei contribuenti, è necessario un riorientamento dei sussidi.

In Svizzera, per ricevere aiuti finanziari diretti dalla Confederazione, gli agricoltori devono provare di rispettare una serie di condizioni ambientali. Secondo il comitato d’iniziativa queste esigenze sono tuttavia insufficienti; sostiene inoltre, che l’attuale politica agricola nuoce al diritto fondamentale di avere acqua potabile pulita. L’iniziativa vuole dunque concedere gli aiuti diretti unicamente agli agricoltori che non fanno uso regolare e profilattico di antibiotici, che non usano pesticidi e che sono in grado di nutrire tutto il loro bestiame con foraggio prodotto nella loro azienda agricola. Il comitato d’iniziativa pretende che anche il settore della ricerca e della formazione agricola agiscano in favore di questo tipo di agricoltura.

Iniziativa popolare “Per una Svizzera senza pesticidi sintetici”

Volete accettare l’iniziativa popolare «Per una Svizzera senza pesticidi sintetici?». Sarà questa la domanda che figura sulla scheda del secondo dei 5 referendum per i quali la Svizzera sarà chiamata al voto il 13 giugno prossimo.

Per il Consiglio federale e il Parlamento – che invitano a votare NO - il divieto richiesto è eccessivo. Esso limiterebbe l’approvvigionamento di derrate alimentari svizzere e la scelta di derrate alimentari importate. Nell’ambito della produzione le norme igieniche sarebbero più difficili da rispettare. Il divieto violerebbe inoltre accordi commerciali internazionali.

Per il comitato d’iniziativa – che invita a votare SI - i pesticidi sintetici sono sostanze chimiche molto tossiche che contaminano i fiumi, l’acqua potabile e le derrate alimentari e sono nocive per la salute. La procedura per la loro omologazione in Svizzera sarebbe troppo lassista e causerebbe la contaminazione dell’acqua potabile. Lo scopo dell’iniziativa è liberare la Svizzera da questi veleni.

In Svizzera l’uso di pesticidi è permesso: vengono usati nell’agricoltura, nella produzione e nella trasformazione di derrate alimentari e anche nella cura del paesaggio e del suolo per lottare contro organismi nocivi e agenti patogeni. Solo i pesticidi omologati in Svizzera possono essere utilizzati. E prima di essere immessi sul mercato, sono obbligatoriamente sottoposti a severi controlli per evitare rischi per la salute dell’uomo e dell’ambiente. 

Il comitato d’iniziativa ritiene tuttavia queste misure preventive insoddisfacenti. Pretende così il divieto dell’uso di pesticidi sintetici in Svizzera oltre a vietare l’importazione di prodotti alimentari che ne contengono. Questo divieto diventerebbe totale dopo un periodo transitorio di 10 anni.

Legge COVID-19

“Volete accettare la legge federale del 25 settembre 2020 sulle basi legali delle ordinanze del Consiglio federale volte a far fronte all’epidemia di Covid-19 (Legge Ccovid-19)?”. Sarà questa la domanda che figura sulla scheda del terzo dei 5 referendum per i quali la Svizzera sarà chiamata al voto il 13 giugno prossimo.

Secondo il Consiglio federale e il Parlamento – che invitano a votare SI - la legge è necessaria per fare fronte alla crisi più grave dalla Seconda Guerra mondiale a questa parte. Essa assicura un sostegno finanziario a centinaia di migliaia di persone e imprese in difficoltà, mitigandone così le sofferenze e preservando posti di lavoro e salari.

Il comitato referendario – che invita a votare NO - critica il fatto che la legge sia stata elaborata in tempi molto brevi e posta in vigore senza consultare il Popolo. Per il comitato, benché contenga elementi positivi, la legge ne prevede anche di deleteri, come le sovvenzioni a favore dei media. Secondo il comitato, il Consiglio federale potrebbe aiutare in altro modo le persone danneggiate dai provvedimenti contro la pandemia.

Per limitare i danni causati dalla pandemia di coronavirus, il Consiglio federale ha deciso una serie di provvedimenti e diversi aiuti (ad es. indennità per lavoro ridotto, indennità per perdita di guadagno, aiuti alla cultura, allo sport e ai media). Per farlo, ha dovuto ricorrere – oltre che alla legge sulle epidemie - anche al diritto di necessità, previsto dalla Costituzione così da disporre delle competenze di decidere e agire in un contesto di crisi e pericolo. Questo “diritto di necessità” ha una durata limitata a 6 mesi. Per poter continuare a garantire aiuti, Consiglio federale e Parlamento hanno elaborato una legge specifica, la Legge COVID-19, adottata dal Parlamento in urgenza e subito messa in pratica. 

Legge sul CO2

Volete accettare la legge federale del 25 settembre 2020 sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (Legge sul CO2)?”. Sarà questa la domanda che figura sulla scheda del quarto dei 5 referendum per i quali la Svizzera sarà chiamata al voto il 13 giugno prossimo.

 Periodi di canicola, siccità, frane: senza contro misure più efficaci, i cambiamenti climatici causeranno danni ingenti e costi elevati. Molti Stati si sono perciò attivati e lo stesso deve fare la Svizzera. La legge – secondo Consiglio Federale e Parlamento che invitano a votare SI - intensifica la protezione del clima, genera commesse per le PMI, crea posti di lavoro ed è socialmente sostenibile.

Secondo il “Comitato economico NO alla legge sul CO2” la legge è costosa e di nessuna utilità per il clima. Inoltre è iniqua perché colpisce soprattutto le fasce di reddito medio-basse. Per il comitato “Per un’ecologia sociale” la legge consolida le strutture climaticide.

Le emissioni di gas a effetto serra – in particolare il CO2 – causano cambiamenti climatici dannosi per l’uomo e per l’ambiente. Periodi di canicola, siccità, inondazioni e frane sono solo alcune delle conseguenze negative che colpiscono particolarmente la Svizzera. Per contrastarli, Consiglio federale e Parlamento hanno elaborato una strategia volta a ridurre ulteriormente le emissioni di CO2 contenuta nella Legge CO2.

Contro questa Legge è opposto un referendum: la legge sarebbe costosa e inutile (le emissioni di CO2 svizzere sono solo un’infima parte delle emissioni mondiali), oltre a colpire economicamente il ceto medio e le PMI con nuove tasse e nuove esigenze.

Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo

“Volete accettare la legge federale del 25 settembre 2020 sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo (MPT)?”. Sarà questa la domanda che figura sulla scheda del quinto ed ultimo dei referendum per i quali la Svizzera sarà chiamata al voto il 13 giugno prossimo.

Per il Consiglio federale e il Parlamento – che invitano a votare SI - la minaccia terroristica in Svizzera è elevata. Anche il SIC lo conferma nel suo ultimo rapporto sulla situazione. Per poter prevenire efficacemente gli attentati la polizia necessita di strumenti supplementari. Questi nuovi strumenti aumentano la sicurezza e migliorano la protezione della popolazione.

Secondo i comitati referendari – favorevoli al NO - la legge è inefficace. Ritengono che definisca l'attività terroristica in modo insufficiente, che violi i diritti dell'infanzia e i diritti dell’uomo e che comprometta la separazione dei poteri. La legge minaccerebbe la sicurezza della popolazione svizzera e metterebbe in pericolo cittadini irreprensibili.

Dopo gli attacchi terroristici di Parigi del 2015, la minaccia è rimasta alta. Molti Stati hanno affinato le loro leggi per rafforzare la lotta contro il terrorismo. La Svizzera ha ampliato i suoi mezzi di difesa. Restano tuttavia alcune lacune. Il Consiglio federale e il Parlamento hanno così elaborato una nuova base legale per permettere alla polizia di disporre di più mezzi per intervenire preventivamente in caso di minacce terroristiche. Oggi, infatti, la polizia può intervenire solo quando una persona ha già commesso un reato.

Due comitati contrari a questa legge hanno lanciato un referendum. Sostengono che i nuovi mezzi a disposizione non porteranno maggiore sicurezza: al contrario, oltre a violare i diritti dell’uomo e dei bambini (alcune misure potranno essere prese contro bambini già a partire dai 12 anni) metterebbero a rischio la separazione dei poteri, permettendo alla polizia di ordinare ed eseguire misure senza l’intervento di un giudice, sulla base di un semplice sospetto. Inoltre, sottolineano il carattere arbitrario di questa legge che può a loro avviso definire “terroristica” ogni attività politica non gradita dal governo. 

G.B.

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