Il vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, e il Capo del Dipartimento federale degli Affari Esteri svizzero, Ignazio Cassis, esprimono la loro profonda preoccupazione per il perdurare dell’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina, che continua a creare ingenti distruzioni e immani sofferenze. Il conflitto ha già causato gravissime conseguenze sociali ed umanitarie, nonché danni permanenti alle infrastrutture civili.
Dalla Conferenza internazionale sulla pace in Ucraina svoltasi a Bürgenstock lo scorso 16 giugno è giunto un forte appello alle parti coinvolte affinché venga garantita la sicurezza nucleare, messa a forte rischio dalle operazioni militari in corso, oltre che la sicurezza alimentare, e si proceda senza indugio alla liberazione di tutti i prigionieri di guerra, oltre che dei minori e civili ucraini deportati. L’Italia, da parte sua, si appresta ad ospitare la Conferenza Internazionale per la ricostruzione in Ucraina nel 2025, la quarta di una serie iniziata proprio in Ticino – a Lugano – e proseguita a Londra e Berlino. L’Italia assume questo impegno essenziale per la fase post-conflittuale e per dare una speranza di futuro al Paese.
Consapevoli delle ripercussioni globali del conflitto in Ucraina, Italia e Svizzera restano impegnate a mettere in atto tutte le iniziative per costruire un percorso diplomatico verso una pace che sia giusta, complessiva e duratura.
Convinti che la pace richieda il coinvolgimento e il dialogo con tutti gli attori coinvolti, i due ministri hanno concordato di rimanere in stretto contatto al fine di cooperare per creare le migliori condizioni possibili per un secondo vertice sulla pace che veda la partecipazione delle parti, inclusa la Russia, e di tutti gli attori globali interessati. A tal fine, Italia e Svizzera invitano tutti gli attori internazionali interessati a non lesinare gli sforzi per giungere ad una piattaforma negoziale condivisa, basata sul rispetto del diritto internazionale e sui principi di integrità territoriale ed indipendenza degli Stati, sanciti nella Carta delle Nazioni Unite, considerando anche le proposte sinora da più parti avanzate per porre termine al conflitto.