Attualità - 26 febbraio 2021, 10:00

Il Municipio di Chiasso dice “no” ai test rapidi nelle scuole comunali ritenendoli sproporzionati

Li aveva richiesti il consigliere Fabrizio Chiappini del Gruppo PLR, dopo le vacanze di Carnevale, preso atto del rapido aumento di persone risultate positive alle varianti del Covid 19, soprattutto la variante inglese

Il Municipio di Chiasso dice “no” ai test rapidi nelle scuole comunali ritenendoli sproporzionati

Allo stato delle cose il Municipio di Chiasso non ritiene di dover intraprendere per il momento alcuna ulteriore misura in aggiunta a quelle già attualmente contemplate dai piani di protezione delle scuole comunali.

E questa, in estrema sintesi, la risposta che la Città ha voluto dare al consigliere Fabrizio Chiappini del Gruppo PLR, che tempo addietro aveva presentato un’interrogazione circa la necessità di effettuare un test di depistaggio nelle scuole elementari di Chiasso alla riapertura dei centri scolastici dopo le vacanze di Carnevale, dopo aver preso atto del rapido aumento di persone risultate positive alle varianti del Covid 19, soprattutto la variante inglese.

Nelle scuole dell’infanzia si è toccato il tetto massimo del 6% di assenze nella settimana del rientro dopo le vacanze di Natale – scrive il Municipio - con una percentuale leggermente minore alle scuole elementari. Prima delle vacanze di Carnevale si è poi toccato il minimo dal mese di ottobre 2020 in entrambi i settori.

In Ticino, sono presenti 421 sezioni di scuola dell’infanzia e 808 di scuola elementare. Dal mese di ottobre, solo 22 classi/sezioni delle 1224 sono state messe in quarantena. In considerazione della progressiva espansione della variante inglese e di altre varianti del Coronavirus, ritenute allo stato attuale più contagiose tra i bambini rispetto alla variante “ordinaria”, ma non più pericolose, alcuni Cantoni svizzeri hanno intrapreso o stanno valutando misure di contenimento o tracciamento aggiuntive, quali ad esempio l'estensione dell'obbligo delle mascherine agli allievi di 4a e 5a elementare, rispettivamente un aumento dei test di depistaggio a tappeto.

Il Dipartimento educazione, cultura e sport, in stretta collaborazione con l'Ufficio del medico cantonale, ha approfondito precauzionalmente anche queste possibilità, quali possibili mezzi, volti a mantenere la scuola in presenza qualora la situazione epidemiologica dovesse peggiorare in modo incisivo”.

Le riflessioni in atto – continua la risposta -,a scanso di equivoci, costituiscono unicamente ipotesi di lavoro, che verranno prese in considerazione unicamente se e quando dovesse verificarsi un netto peggioramento della situazione rispetto a quanto vissuto finora in termini di numero di casi positivi e/o di quarantene di classe tra i bambini di età di scuola comunale, ciò che al momento non sì prospetta. Oltre il 60% dei casi positivi complessivi di allievi che frequentano le scuole comunali sono  stati riscontrati tra bambini di 4a e 5a elementare: 11,62% dei bambini di quarta elementare e l 1,73% dei bambini di quinta è risultato positivo da novembre al 5 febbraio 2021.

Laddove viene individuato un caso di variante VOC (sospetto o confermato), vengono adottate delle misure precauzionali più incisive rispetto alla variante ordinaria del COVID-19: di norma la messa in quarantena della classe.

In prospettiva, potrebbe essere considerata l'introduzione di un obbligo delle mascherine limitato ai bambini di 4a e 5a elementare. L'adozione di questa misura avverrebbe per evitare di passare a scenari di scuola parzialmente o interamente a distanza, ciò che a medio-lungo termine potrebbe essere ancora più dannoso in termini sociali, psicologici ed educativi. In tal caso, il Cantone informerà prontamente i Comuni mettendo a disposizione un contingente iniziale di mascherine pediatriche certificate”.

I test rapidi a tappeto, in buona sostanza, possono essere utili per effettuare indagini ambientali mirate laddove c'è ragione di credere che possa esserci un focolaio di coronavirus vista la presenza già confermata di uno o più casi positivi. Allo stato attuale, considerata la prevalenza molto ridotta di nuovi casi positivi riscontrati tra persone attive in ambito scolastico, il Municipio li ritiene “sproporzionati e poco utili”.

I test a tappeto dovrebbero essere ripetuti con regolarità (per esempio ogni 5 giorni); essi non possono essere imposti in via obbligatoria a tutti i docenti e gli allievi. I test cosiddetti rapidi hanno un grado di affidabilità minore rispetto ai test PCR e tutti i test rapidi positivi devono essere confermati da un test PCR.

La negatività del test non sarebbe comunque garanzia di poter andare a scuola - conclude la risposta firmata dal sindaco -, perché in caso di presenza di compagni positivi potrebbero scattare ugualmente delle quarantene.

Il rispetto delle distanze e delle misure accresciute di igiene (lavare frequentemente le mani, indossare la mascherina se indicato, isolarsi e testarsi in caso di sintomi, ecc.) rimane fondamentale e va mantenuto. La strategia cantonale di test consiste, allo stato attuale, nell’invitare le persone a effettuare test PCR in modo mirato laddove si verificano casi comprovati di positività.

Il DECS conclude quindi indicando che, alla luce della situazione epidemiologica attuale, non c'è ragione di intraprendere per il momento alcuna ulteriore misura in aggiunta a quelle già attualmente contemplate dai piani di protezione delle scuole comunali. Lo stesso Dipartimento educazione, cultura e sport invita pertanto i Comuni ad evitare di annunciare o attuare misure restrittive addizionali rivolte alle scuole del Comune”.

G.B.

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