Bocciatura senza “se” e senza “ma” per la Legge sull'identità elettronica (eID), che gettava le basi per l'introduzione di un'eID certificata in Svizzera.
Dai sondaggi pre-voto era già emerso che la legge non avrebbe avuto gioco facile alle urne. Tuttavia, non ci si aspettava un 'no' di così ampie proporzioni.
Oltre il 64% dei votanti ha infatti respinto il progetto accettato dal Parlamento e difeso dalla ministra di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter.
Ad essere contestata dai promotori del referendum, appoggiati dai Verdi e dal Partito socialista, non era tanto l'utilità di un'identità elettronica, quanto piuttosto che la commercializzazione di un documento ufficiale fosse affidato a soggetti privati. Aziende come banche o assicurazioni – secondo i sostenitori del “No” - si sarebbero così ritrovati a gestire i dati sensibili dei cittadini mentre il rilascio dei documenti d’identità si voleva restasse di competenza dello Stato che invece, in caso di vittoria del “Si”, si sarebbe limitato a fare da garante e a fornire i dati.
L’elettorato hi dimostrato di pensarla allo stesso modo.