Riprende, dopo la pausa festiva, il ciclo di incontri dedicato alla Lugano di epoca rinascimentale, con la presentazione del catalogo generale delle opere di Bernardino Luini curato da Cristina Quattrini e a seguire, una settimana più tardi, con una tavola rotonda che cercherà di entrare nella vita quotidiana tra XV e XVI secolo, con musiche originali dal vivo. Si concluderà così il primo ciclo del progetto promosso dalla Divisione Cultura della Città di Lugano, che ha visto negli scorsi mesi la pubblicazione del volume Lugano francese 1499-1512, la produzione del radiodramma Quasi una ballata (in collaborazione con la RSI) e infine l'allestimento della mostra all'aperto Sai che a Lugano c’era un castello?, al Giardino del Belvedere davanti al LAC fino al 1° di febbraio. Un secondo ciclo di appuntamenti e una nuova pubblicazione sono previsti per l'anno prossimo e saranno incentrati sul convento di Santa Maria degli Angeli.
“Siamo fieri di avere promosso come Città questa vasta opera di restituzione di un periodo cruciale nella storia di Lugano” ha affermato il vicesindaco e capo Dicastero cultura Roberto Badaracco “un progetto che ha avuto un riscontro di pubblico molto superiore alle nostre aspettative e che ci stimola a programmare le prossime tappe”.
Prima serata - Tutto Luini in un libro. Il catalogo generale
Il volume verrà presentato martedì 25 gennaio alle ore 18, nella Sala 1 del LAC. Un'iniziativa dell'Associazione storici dell'arte della Svizzera italiana in collaborazione con la Divisione Cultura della Città di Lugano. Dopo due anni di attesa, la poderosa monografia di Cristina Quattrini dedicata al pittore Bernardino Luini edita da Allemandi a fine 2019 viene presentata ufficialmente il 25 gennaio al LAC di Lugano. La scelta del luogo non è casuale, visto che l'artista milanese vi realizzò nel 1529 la sua ultima opera di grande respiro: il tramezzo affrescato con scene della Passione di Cristo nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Ambitissimo dai collezionisti lombardi fra Cinquecento e Seicento per il suo avvicinamento ai modi di Leonardo, e promosso nel primo Seicento a modello della pittura devota e “senza tempo” dal cardinale Federico Borromeo, Luini incontra a partire dal XVII secolo una vicenda critica singolare. Fuori dalla regione di origine se ne perde memoria e si trovano molte sue opere attribuite a Leonardo nelle più importanti raccolte d'Europa fino a che, alla fine del Settecento, Luigi Lanzi non gli restituisce un ruolo di primo piano nella sua Storia pittorica d'Italia (1795-1796), facendolo assurgere a ruolo di “Raffaello lombardo”. Durante l'Ottocento sarà celebrato infatti come pittore della grazia leonardesca, diventando una sorta di nazareno ante litteram. Dopo una prima, fondamentale monografia nel 1911 ad opera di Luca Beltrami, la sua vicenda critica subì una battuta di arresto, fino alla pubblicazione nel 1956 della monografia di Angela Ottino Della Chiesa e poi alla ripresa delle ricerche sull’arte lombarda del Rinascimento a partire dagli anni ottanta del Novecento.
Il volume di Cristina Quattrini presenta una ricostruzione dell’artista rivisto alla luce degli studi sulla pittura lombarda e padana degli ultimi decenni, con novità sulla committenza e con il catalogo completo delle opere. La sua vicenda viene ricostruita a partire dalla sua formazione, per ora ancora oscura.
Seconda serata – La vita nel Rinascimento, tra musica e feste popolari
A conclusione del primo ciclo di incontri sul tema, una tavola rotonda organizzata al LAC (non a Castagnola come comunicato in precedenza) il prossimo 1° febbraio cercherà di immaginare quale poteva essere la vita quotidiana a Lugano tra XV e XVI secolo, un borgo noto tra l’altro per la sua importante fiera autunnale e che, in tempo di pace, non mancava di farsi apprezzare pure per la vivacità delle sue feste e cerimonie religiose, veri momenti di aggregazione per la comunità. Allo storico Paolo Ostinelli e all’italianista Sandra Clerc il compito di introdurre gli spettatori alle atmosfere dell’epoca, attraverso figure quali quella dell’umanista luganese Francesco Ciceri, mentre i musicologi Giuseppe Clericetti e Giovanni Conti proporranno un’ipotetica colonna sonora della Lugano rinascimentale, con l’aiuto di Stefano Bragetti che eseguirà dal vivo alcune melodie d’epoca per flauto.