Il Municipio di Locarno ha licenziato il messaggio per l’adozione della variante al Piano regolatore particolareggiato del Centro storico, creando così le basi pianificatorie, affinché il Museo cantonale di storia naturale possa affondare saldamente le proprie radici nella splendida cornice offerta dal complesso conventuale di Santa Caterina, il cui grande parco verrà aperto al pubblico. Nicola Pini, Capodicastero Sviluppo economico e territoriale: “La modifica pianificatoria concretizza quanto emerso dal mandato di studio in parallelo promosso dal Cantone e pone le basi per accogliere il Museo cantonale di storia naturale, con i suoi spazi espositivi e il suo istituto di ricerca, così come per riqualificare e rendere accessibile al pubblico un comparto splendido e strategico per la Città, rafforzando l’attrattiva culturale, turistica e naturalistica della regione tutta”.
La scelta di ubicare il Museo cantonale di storia naturale nel complesso conventuale di Santa Caterina a Locarno è stata presa dal Consiglio di Stato nel 2017 e sostenuta successivamente dal Gran Consiglio, che nel maggio dell’anno scorso ha stanziato il relativo credito di progettazione (9,55 milioni di franchi). Una scelta, quella cantonale, che ha subito riscosso i favori dell’Esecutivo cittadino, il quale intravede nel progetto l’opportunità di rafforzare in modo marcato la vocazione culturale e turistica di Locarno, così come dell’intera regione. L’insediamento della struttura museale nel comparto di Santa Caterina appare infatti molto significativo dal punto di vista strategico. Non solo permette la conservazione e, anzi, la riqualifica di un’area pregiata dal profilo storico-culturale e unica nel suo genere in Ticino, ma rappresenta anche un’opportunità di sviluppo per lo stesso Museo di storia naturale. A vari livelli. Dopo una ricerca decennale di spazi, a Locarno il Museo potrà ampliare le sue superfici a disposizione del pubblico e delle attività di ricerca.
Andrà poi a situarsi in una posizione centrale, a due passi dalla Piazza Grande e vicinissimo alle fermate di praticamente tutti i vettori del trasporto pubblico. Atout che portano un valore aggiunto dal profilo turistico-culturale. Questa centralità nel contempo apre le porte a futuri sviluppi di messa in rete con istituzioni scientifiche e socio-culturali analoghe: le Isole di Brissago, il Parco del Piano di Magadino o il nuovo sito UNESCO delle faggete della Valle di Lodano, solo per citare tre dei molti esempi possibili.
Pur trovandosi all’interno del centro urbano e marcandone il tessuto, il complesso conventuale di Santa Caterina risulta poco conosciuto ai più. Il grande muro perimetrale contorna due ampi spazi aperti che occupano i 2/3 dell’intera superficie del fondo di quasi 12.000 metri quadrati. Ciò che equivale, grosso modo, all’area acciottolata di piazza Grande. E per questi due spazi verdi, nei quali si può respirare un’atmosfera ricca di storia quanto di pace e tranquillità, è prevista l’apertura al pubblico. Quindi, oltre al Museo, gli abitanti e gli ospiti di Locarno godranno di un’oasi verde di qualità in pieno centro.
La variante al Piano regolatore particolareggiato del Centro storico – per i singoli dettagli pianificatori si rimanda all’allegato messaggio municipale – ha già ricevuto il preavviso favorevole del Dipartimento del territorio, condizionandolo ad alcune modifiche puntuali. L’iter ora prevede il vaglio commissionale e, successivamente, l’adozione da parte del Consiglio comunale. Per accelerare i tempi delle procedure, come già per diversi altri progetti importanti, parallelamente all’avanzamento della variante pianificatoria a livello comunale, il Cantone pubblicherà a breve il bando del concorso d’architettura per il quale il Gran Consiglio ha stanziato un credito di 9,55 milioni di franchi.
Un concorso che permetterà di prendere visione non solo dei volumi, delle altezze o della destinazione che si intende dare agli spazi del comparto, ma anche e soprattutto della qualità di ciò che si intende realizzare, rispondendo alle esigenze intrinseche di una simile struttura museale, così come a quelle della valorizzazione del complesso, con le sue vaste superfici aperte al pubblico, che si dovrà sviluppare in armonia con il contesto circostante del centro storico. In questo senso, in risposta anche alle preoccupazioni sollevate da alcuni confinanti nel corso della precedente fase di informazione e partecipazione pubblica, il bando riprenderà vincoli e condizioni fissate nella scheda tecnica che accompagna la variante di Piano regolatore, con l’obiettivo di garantire la tutela del bene culturale e l’adeguato inserimento paesaggistico ed urbanistico dei nuovi edifici.
SCHEDA
Il Museo cantonale di storia naturale ha lo scopo principe di ricercare, documentare, studiare e divulgare le componenti naturali del territorio e accrescere la consapevolezza del ruolo giocato dall’uomo all’interno del suo ambiente. Un ambiente che viene esplorato sia dalle scienze della terra, sia dalle scienze della vita.Il museo è così articolato in due parti interconnesse:
- L’istituto che si occupa dell’attività scientifica nei vari campi della ricerca (geologia, paleontologia, biodiversità, ecc.), gestisce le collezioni (migliaia di reperti), sviluppa e aggiorna il patrimonio bibliografico, collabora nell’allestimento di documentazione specialistica e organizza corsi, escursioni e congressi per i vari specialisti del campo.
- Il museo in quanto tale che funge da mediatore culturale tramite le esposizioni permanenti, le mostre temporanee, le attività didattiche, la promozione di eventi destinati al grande pubblico, le pubblicazioni e altri prodotti destinati alla divulgazione generale. La progettazione della nuova sede considererà anche l’approfondimento e la pianificazione degli spazi per un altro importante contenuto: la Casa delle Valli. Un luogo fisico in cui promuovere la cultura, il paesaggio, i prodotti e la qualità di vita delle valli (in particolare, ma non solo, del Locarnese) e anche un luogo ideale di collegamento e messa in rete di queste regioni e dei loro attori.