Sport - 15 novembre 2025, 10:11

Sfuma la tappa nell'Alto Varesotto, il Giro d'Italia 2026 corre verso il Canton Ticino

L'ipotesi di una frazione interamente ticinese, da Bellinzona con arrivo in salita a Carì, sembra ormai la soluzione più probabile. Ma il sindaco ciclista di Maccagno con Pino e Veddasca rilancia la sfida per il 2027: «Redigiamo un piano che metta in valore aree locali, percorsi e collaborazione istituzionale». Cuvignone e Forcora insomma dovranno aspettare ancora

(foto d'archivio)

(foto d'archivio)

L’ipotesi di una tappa interamente ticinese per il Giro d’Italia 2026, con partenza da Bellinzona e arrivo in salita a Carì, sembra ormai la soluzione più probabile.

Una scelta che, se confermata, escluderebbe il passaggio nel Luinese, nonostante il progetto tecnico avanzato nelle scorse settimane da diversi amministratori del territorio, tra cui il sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, Ivan Vargiu. Una proposta che aveva acceso aspettative concrete attorno alle salite di Cuvignone e Forcora, già considerate tra le più spettacolari dell’Alto Varesotto.

Il sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, Ivan Vargiu, conferma il dispiacere per l’evoluzione della situazione. «Devo dire che un po’ di rammarico c’è, perché avevamo costruito un progetto che univa quattro elementi tecnici di grande valore», spiega, ricordando il lavoro svolto in questi mesi per valorizzare le principali ascese del territorio.

Il primo elemento era il Cuvignone, «una salita storica, impegnativa e perfetta per selezionare il gruppo», ricorda Vargiu. A questo si aggiungeva la Forcora, caratterizzata da un tracciato regolare e molto apprezzato dagli appassionati di ciclismo di montagna. Due colonne portanti di un progetto che avrebbe potuto definire un’identità precisa per la tappa.

Il sindaco sottolinea poi il valore del collegamento transfrontaliero verso il Gambarogno, considerato «unico nel suo genere», e della salita di Vira, ritenuta strategica per un arrivo ad alta intensità. «Era un’idea ambiziosa, ma credibile, capace di dare una forte identità alla tappa e di valorizzare territori che condividono una tradizione sportiva importante», prosegue Vargiu.

Nonostante la mancata inclusione nel percorso 2026, l’amministrazione non intende fermarsi. «Non considero però questa mancata opportunità come un punto di arrivo. Al contrario, il confronto avviato con gli organizzatori dimostra che le nostre salite e la nostra proposta hanno un potenziale reale», afferma il primo cittadino, lasciando intendere che il dialogo con gli enti competenti rimanga aperto.

L’obiettivo ora è rilanciare. «Per questo voglio rilanciare fin da subito la candidatura per il Giro d’Italia 2027, puntando con determinazione proprio sull’asse Cuvignone–Forcora–Gambarogno–Vira come elemento distintivo del progetto», dichiara Vargiu. Una direzione che rispecchia quanto anticipato nell’analisi pubblicata il 22 ottobre scorso, dove si sottolineava come il Luinese avesse tutte le caratteristiche per ospitare una tappa di alto profilo.

La prospettiva è chiara: ripresentare un dossier ancora più solido e condiviso con gli enti istituzionali, rafforzando un percorso già riconosciuto dagli organizzatori per il suo valore tecnico. «Credo che, presentato in modo coordinato e con il supporto dei partner istituzionali, questo tracciato possa davvero entrare nelle valutazioni finali. Le potenzialità ci sono tutte», conclude il sindaco.

Agostino Nicolò da Luinonotizie.it

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