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Business | 24 marzo 2022, 07:00

Gli infortuni sul campo che hanno avuto maggiore impatto nella storia del calcio

Il calcio può essere un gioco molto crudele e a volte la dea bendata decide di voltarsi dall’altro lato e far accadere avvenimenti tragici che possono condizionare il corso di partite e addirittura stagioni intere.

Gli infortuni sul campo che hanno avuto maggiore impatto nella storia del calcio

Il calcio può essere un gioco molto crudele e a volte la dea bendata decide di voltarsi dall’altro lato e far accadere avvenimenti tragici che possono condizionare il corso di partite e addirittura stagioni intere. Portali come www.betwinner.me, quando succedono eventi simili, cambiano le quote in corso sapendo l’importanza tattica dei giocatori chiave che sono costretti a restare fuori dai box per periodi prolungati di tempo.

Nel calcio moderno, i carichi di lavoro sono sempre di più e la gestione fisica della condizione degli atleti risulta sempre difficile. Oltre ai regolari campionati che comprendono quasi tutti 20 squadre e di conseguenza 38 partite, ci sono anche le coppe europee e ogni 2 anni ci si ritrova anche a competere con le nazionali per tornei importanti come le coppe continentali o la coppa del mondo. La Fifa, per non lasciare mai gli appassionati senza partite, aggiunge anche competizioni dal fascino minore come la Confederations League o la Nations League organizzata dalla Uefa.

Un calciatore professionista di alto livello si ritrova a dover far fronte anche a 60 partite annuali.

Inevitabilmente, il corpo umano non è biologicamente adatto a sostenere questi ritmi e a volte gli infortuni si fanno sentire.

Quali sono stati gli infortuni più impattanti nella storia del calcio?

Purtroppo, la storia del calcio è piena di infortuni che sono risultati decisivi nel corso del tempo sia per i club che per le nazionali ma soprattutto per la carriera dei giocatori stessi.

Gigi Riva

Il campione del Cagliari e della nazionale, ha avuto due gravissimi infortuni, entrambi avvenuti in occasione di una partita degli azzurri in cui lui era il punto di riferimento tecnico grazie alle sue meravigliose e letali doti da attaccante - ma anche importante, perché carismatico grazie a un carattere da leader che andava a beneficio di tutta la squadra -.

Il primo infortunio è avvenuto in un match contro il Portogallo nel quale, in uno scontro contro il portiere avversario, Riva esce con il perone spezzato a metà. Il secondo, contro l’Austria, in cui un difensore falciò Riva con una violentissima entrata a forbice sulla gamba, che non solo gli provocherà la rottura del perone, ma anche il distacco dei legamenti.
Tutto ciò è avvenuto in soli 3 anni, segnando in maniera inesorabile la carriera di “rombo di tuono”, soprannome che gli venne assegnato affettuosamente da Gianni Brera a causa del timore che incuteva nei difensori avversari.

Ronaldo

Il fenomeno brasiliano è stato uno dei calciatori più amati di tutti i tempi. Una tecnica pura che gli permetteva di fare quello che voleva con la palla tra i piedi, uno scatto bruciante e una velocità supersonica lo contraddistinguevano e lo posizionavano nell’albo dei giocatori più forti mai visti su un campo da calcio. La sua bravura era però direttamente proporzionale alla fragilità delle sue ginocchia, che forse non sono state in grado di sopportare tanta velocità e tanta potenza.

L’infortunio nella finale di coppa Italia contro la Lazio rimane storico. Il brasiliano, nonostante il ritorno sui campi, non riuscirà mai a ritrovare quella condizione psico-fisica che aveva raggiunto nei suoi anni d’oro.

Van Basten

Il centravanti olandese è considerato uno degli attaccanti più forti della sua generazione e forse della storia del calcio. Grazie alla sua tecnica cristallina, nelle sue giocate risultava sempre un’eleganza fuori dal comune. Questa grazia nei movimenti gli ha fatto guadagnare il soprannome di “cigno di Utrecht”.

Il numero 9 ha vinto tutto tra Ajax e Milan, ma è stato costretto al ritiro a soli 31 anni, anche se aveva praticamente già smesso a 28, a causa di un infortunio alla caviglia che lo ha perseguitato per l’intera carriera. L’ex rossonero si è sottoposto a molteplici operazioni che non hanno fatto altro che aggravare ulteriormente la situazione. I dolori alla caviglia cominciano da ragazzo e lo perseguiteranno per l’intera carriera. Ancora oggi, Van Basten parla di quella maledetta caviglia con gli occhi lucidi bagnati da un velo di malinconia.

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