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Attualità | 30 aprile 2022, 11:00

Il Tribunale Amministrativo Federale ha confermato il licenziamento di quattro membri “No vax” appartenenti alle forze speciali

Rifiutando di essere vaccinati senza una valida ragione medica, per i giudici i quattro soldati si sono deliberatamente messi in una posizione in cui non potevano più adempiere ai loro obblighi professionali

Il Tribunale Amministrativo Federale ha confermato il licenziamento di quattro membri “No vax” appartenenti alle forze speciali

Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha confermato il licenziamento di quattro membri delle forze speciali che rifiutavano di farsi vaccinare contro il Covid-19. Secondo la corte, l'obbligo vaccinale poggia su una base giuridica sufficiente.

Ne dà notizia il portale d’informazione swissinfo.ch.

Che scrive che nelle sentenze pubblicate oggi, i giudici di San Gallo rilevano che i contratti di lavoro di questi soldati specificano che essi devono essere sempre pronti per missioni all'estero. Per garantire la loro disponibilità immediata, chi fa parte di questo corpo deve sottoporsi alle direttive del medico in capo dell'Esercito. La legge prevede che il Consiglio federale possa imporre alcune misure mediche ai membri delle forze armate, tra cui la vaccinazione, prosegue il TAF.

L'interesse pubblico della vaccinazione, inoltre, supera gli interessi dei membri delle forze speciali, secondo i giudici. Non si tratta solo di impedire la trasmissione della malattia all'interno del gruppo, ma piuttosto di preservarne la capacità di agire in qualsiasi momento.

Il TAF respinge infine le preoccupazioni sugli effetti collaterali facendo riferimento alle scoperte scientifiche e all'approvazione dei vaccini da parte di Swissmedic, l'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici. Rifiutando di essere vaccinati senza una valida ragione medica, i quattro soldati si sono deliberatamente messi in una posizione in cui non potevano più adempiere ai loro obblighi professionali, concludono i giudici. Le loro sentenze non sono definitive e possono ancora essere impugnate davanti al Tribunale federale.

R.G.

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