I lavoratori frontalieri hanno la possibilità di usufruire dei 5 tamponi mensili gratuiti messi a disposizione dalla Confederazione. Ma l'iniziativa non è ben vista dalla Lega dei Ticinesi che, da sempre, porta avanti il motto "padroni a casa nostra" . «Non si capisce perché i test ai frontalieri dovremmo pagarli noi! Che vengano fatturati al Belpaese» commenta il consigliere nazionale Lorenzo Quadri.
A Quadri risponde l’Ordine dei Farmacisti del Canton Ticino con il portavoce Federico Tamò: "Il virus non guarda certo i confini. Se quotidianamente entrano 70 mila persone in Ticino per lavorare è giusto che usufruiscano degli strumenti per poter arginare questa pandemia. Una volta tanto, un provvedimento sensato: non possiamo e non dobbiamo fare distinzioni, ne va della salute della popolazione residente".
Per usufruire dei tamponi gratuiti basta presentarsi in farmacia con il tesserino della cassa malati o il permesso di lavoro e la tessera sanitaria italiana.
A margine di questa iniziativa che definire singolare può apparire riduttivo, è giunta la presa di posizione di Andrea Pellicini, coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, ex sindaco di Luino e attualmente consigliere comunale della città.
"Sui tamponi gratis ai frontalieri - dichiara Pellicini in una nota - l’Ordine dei Farmacisti ticinese ha dato una risposta di civiltà. La posizione della Lega ticinese, oltre ad esprimere la solita xenofobia, è assolutamente miope: se infatti i frontalieri hanno la possibilità di effettuare gratuitamente i tamponi, a beneficiarne è in primo luogo la popolazione ticinese, diminuendo le possibilità generali di contagio. Purtroppo, come spesso capita, pur di dire qualcosa contro i frontalieri, la Lega dei ticinesi non fa l’interesse nemmeno dei suoi elettori. Per fortuna la Svizzera è un Paese serio e la posizione dell’ordine dei farmacisti lo dimostra".