Nella storia del mondo delle scommesse, la figura del bookmaker è sempre stato un punto fermo per gli appassionati del gioco. Professionisti, noti anche come allibratori, che si raffigurano come custodi delle puntate, garantendo l’equità e la legalità dell’intero processo. Ma quali sono le origini dei bookmakers e come sono arrivati ad acquisire questo ruolo centrale all’interno del panorama delle scommesse?
Etimologia di ‘Bookmaker’ e le sue radici inglesi
Il termine bookmaker trae le sue origini dall’Inghilterra del XVIII secolo, nello specifico dall’ambito delle corse dei cavalli. La parola letteralmente si traduce in “colui che fa il libro” e si riferisce all’attività dell’allibratore che registra le puntate su un libro stabilendone anche le quote. Una pratica che è iniziata in maniera molto spontanea e rudimentale, ma che ha segnato l’inizio di un mestiere diventato fondamentale nel settore delle scommesse sportive legali.
Le antiche origini dei Bookmakers
Il gioco delle scommesse è un’attività che affonda le sue radici nell’epoca romana e nell’alto Medioevo. Già in questi periodi molto lontani esistevano figure simili ai moderni bookmakers, erano infatti delle figure che organizzavano e gestivano le puntate degli astanti. Era uso comune, nelle arene romane, scommettere sull’esito dei combattimenti dei gladiatori e i primi bookmakers erano coloro che gestivano il tutto, trattenendo un piccolo compenso per il servizio offerto. Passati i secoli, queste pratiche e queste figure si sono mantenute nel tempo fino a diventare ciò che conosciamo oggi.
William Hill: Il pioniere dei Bookmakers in Inghilterra
La storia dei bookmakers in Inghilterra è legata alla figura di William Hill, il pioniere che ha dato il via al betting legale nel paese. Infatti, nonostante le scommesse fossero illegali nella prima metà del 1935, William Hill sfidò le leggi di quel periodo storico, stabilendo le prime regole e fondando una vera e propria agenzia di scommesse che si è evoluta fino a diventare una delle più importanti e riconosciute nel Regno Unito, simbolo di un cambiamento epocale nel mondo del gioco.
Totocalcio: un Bookmaker italiano con radici nel dopoguerra
In Italia invece è il Totocalcio a rappresentare la storia delle agenzie di scommesse. Nata in un contesto difficile come quello del dopoguerra, nel 1946, il Totocalcio fu creato proprio dallo Stato Italiano per proporre una distrazione, un nuovo passatempo per chi stava affrontando un periodo di ricostruzione. Inutile dire che ebbe un successo smisurato che continuò a crescere esponenzialmente con la ripresa del campionato di Serie A.
Il XX secolo e l’espansione globale
Il XX secolo segnò l’espansione globale dei bookmakers, grazie all’evoluzione dei mezzi di comunicazione e dei trasporti, le scommesse divennero accessibili a un pubblico sempre più vasto. Con l’avvento di internet il settore delle scommesse è stato rivoluzionato. Se oggi giocare le schedine del giorno è una pratica comune, infatti, è proprio grazie a questa trasformazione digitale, che ha portato ovviamente ad una maggiore concorrenza, con l’ingresso di nuovi attori nel mercato e l’offerta di servizi sempre più innovativi.
Il ruolo e le funzioni dei Bookmakers oggi
I bookmakers moderni hanno ereditato e raffinato le pratiche dei loro predecessori. Oggi, un bookmaker è diventato il responsabile della ricezione delle puntate e della gestione delle vincite. Questa professione richiede la presenza di due figure complementari: il trader, che stabilisce le quote e accetta le scommesse, e il registratore, che tiene traccia delle puntate e delle vincite.
La storia dei bookmakers è un esempio di come una professione possa evolversi e adattarsi alle mutevoli esigenze della società. Da semplici registri di scommesse a giganti dell’industria dell’intrattenimento, i bookmakers hanno percorso un lungo cammino che li ha portati a essere ciò che sono oggi.
Richy Garino